Pignoramento conto corrente: Come evitarlo

Ecco cosa dovete sapere per non essere impreparati quando la ex-Equitalia vi aggredirà.

Ecco i limiti di pignoramento delle somme depositate in banca o alla posta.

NON FATEVI TROVARE IMPREPARATI SE AVETE PENDENZE 

Tra tutte le forme di pignoramento, una delle più  temute è sicuramente quella del conto corrente. All’improvviso la vostra Famiglia non ha nemmeno più il denaro per pagare le bollette, fare la spesa, nulla. E tutto a norma di legge.

Una legge che aiuta le multinazionali e si dimentica del popolo e delle Famiglie.

IO URLO IL VOSTRO SILENZIO 

Basta piangere “sul latte versato”, basta attendere un aiuto sociale che difficilmente arriverà.

Rimboccatevi le maniche e recuperate la forza, la voglia di difendere la Famiglia.

 

Il pignoramento del conto corrente è, rispetto a tutti gli altri tipi di esecuzione forzata, una procedura rapida, snella, sicura e a buon mercato per il creditore. CAPITO ? E LA STANNO USANDO.

Cosa rischia il debitore in caso di pignoramento del conto corrente?

Tutto e niente a seconda del tipo di redditi che percepisce, del lavoro che svolge e di quanti risparmi ha in banca. Sicuramente i lavoratori dipendenti e i pensionati godono di un trattamento di favore rispetto a tutti gli altri debitori.

Capito? Anche qui chi ha la partita iva è considerato un cittadino di serie B!

Per legge solo nei confronti dei dipendenti e dei pensionati, infatti, esistono dei limiti alla possibilità di bloccare il conto (o meglio, i prelievi dal conto), mentre per tutti gli altri il creditore ha più libertà di azione. Può portarvi via ogni centesimo.

Tuttavia  ci sono della note che dovete imparare per far valere i vostri diritti.

La legge ha posto dei limiti che sono parametrati  alla misura dell’assegno sociale. Ecco dunque per quest’anno a quanto ammonta il tetto del pignoramento del conto corrente. Occhio quindi all’importo di tale assegno che varia di anno in anno.

Il pignoramento del conto corrente ai disoccupati o titolari di partita iva 

La procedura di recupero del credito inizia con la notifica di un atto di precetto e il successivo atto di pignoramento.

Spetta al creditore scegliere quali beni del debitore pignorare e, in questa valutazione, la sua decisione può posarsi sul conto corrente.

La procedura da seguire è il cosiddetto pignoramento presso terzi, che inizia con un’intimazione notificata alla banca e al debitore. Con tale intimazione si cita il debitore in udienza (quella in cui il giudice disporrà l’assegnazione delle somme al creditore) e, nel frattempo, è fatto divieto alla banca di consentire al correntista di prelevare gli importi pignorati. Pertanto se il conto corrente:

  • E’ vuoto o ha un saldo negativo, non viene vincolata alcuna somma. Tuttavia, se prima dell’udienza in tribunale il debitore dovesse ricevere qualche bonifico, le somme accreditategli verrebbero pignorate.
  • Ha un saldo positivo, uguale o inferiore alle somme intimate, il debitore non può più prelevare e l’intero conto viene bloccato fino all’udienza di assegnazione. Vien fatta salva la possibilità di ricevere bonifici che, tuttavia, verranno anch’essi bloccati fino a concorrenza delle somme pignorate. Se, ad esempio, il creditore agisce per 5 mila euro e sul conto ci sono solo mille euro, qualora dovesse intervenire un accredito di 500 euro anche questo verrebbe trattenuto dalla banca in attesa dell’udienza di assegnazione delle somme.
  • Ha un saldo positivo, superiore alle somme intimate, il debitore può prelevare le somme in eccesso non essendo queste pignorate. Anche in questo caso il conto resta utilizzabile per eventuali bonifici.

Il pignoramento del conto corrente per lavoratori dipendenti e pensionati

Le cose vanno meglio per chi il conto lo utilizza solo per ricevere redditi di lavoro dipendente o pensioni. In questo caso, la legge pone dei limiti. Il creditore non può quindi pignorare tutte le somme depositate, ma solo una parte di questa. In particolare per le somme che:

  • Si trovano già depositate all’atto della notifica del pignoramento, il “blocco” può riguardare solo la parte del deposito che eccede un determinato importo. Questo importo si calcola moltiplicando per tre la misura annuale dell’assegno sociale. Per il 2018, l’assegno sociale è pari a 453 euro al mese. Pertanto il triplo dell’assegno sociale è pari a 1.359 euro. Ne consegue che, in caso di pignoramento, possono essere “bloccate” solo le somme che superano tale limite. 
  • Vengono accreditate successivamente alla data di notifica del pignoramento (a titolo di stipendio o pensioni), questo può avvenire nella misura di un quinto massimo (proprio al pari di quando il pignoramento avviene presso il datore di lavoro).

Il pignoramento del conto corrente è talmente improvviso che spesso ci chiamano cittadini disperati che non possono nemmeno difendersi, non avendo più alcun conto da cui attingere i denari per pagare i bolli dovuti al tribunale.

Di fatto, a ragione o torto, devono subire senza poter nemmeno contestare alla ex-Equitalia l’illegittimità del pignoramento. 

 

 

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