malasanitàLa malasanità va perseguita e il danno risarcito

Anche se talvolta può risultare necessario modificare il percorso terapeutico di un paziente, come la sospensione di determinati farmaci,. Può trattarsi di errore medico per il quale è possibile richiedere ed ottenere un rimborso.

Una recente sentenza in materia di malasanità

E’ quanto emerge da una vicenda che vede coinvolta un’Azienda sanitaria condannata a risarcire un danno di circa 327mila euro alle figlie di una paziente deceduta dopo che i sanitari avevano deciso di interrompere la terapia farmacologica.

La famiglia infatti, con l’appoggio di validi avvocati, ha sostenuto in giudizio che nel corso del ricovero la donna era stata sottoposta ad una sospensione troppo rapida del trattamento anticoagulante con la conseguenza che si sono scatenate delle ischemie che hanno portato poi alla morte.

Nella sentenza (la n. 160/2016), il Tribunale di Viterbo afferma che il comportamento dei medici è stato caratterizzato da imperizia e negligenza ed è stata quindi affermata la responsabilità professionale dei medici con conseguente condanna dell’azienda a risarcire i familiari per il danno da morte.

Teniamo presente che non si tratta solo di un desiderio di rivalsa verso chi ci ha provocato un danno grave o irreparabile, spesso il risarcimento è indispensabile per affrontare situazioni di grave invalidità.

La malasanità dovuta a negligenze

Malasanità e malpractice sono quindi due problemi di fondo che colpiscono il sistema ospedaliero italiano, da nord a sud, dalle strutture pubbliche alle cliniche private. Non si tratta solo di carenze causate da anni di tagli alla sanità, ma anche da negligenze dei singoli. In genere si ravvedono tre dinamiche diverse all’origine dell’errore: quando chi opera lo fa senza cognizione di causa poiché non è in grado di far fronte alle esigenze del paziente; quando il medico ripone eccessiva fiducia nelle proprie capacità e utilizza il paziente come “cavia”; quando si sottovaluta il problema e si incorre in una diagnosi sbagliata.

Moltissimi casi si chiudono attraverso l’esercizio della mediazione, grazie alla quale si può arrivare a una conclusione anche in un tempo ragionevole. Ma quando ci si imbatte in un processo civile, i tempi si possono dilatare in maniera drammatica e si può arrivare anche a 4-5 anni d’attesa per ottenere la sentenza.

Come procedere nel perseguire un caso di malasanità

Ecco perché può essere strategico, oltre che farsi assistere da professionisti della materia legale e da periti specializzati, anche partire con il piede giusto sin dai primi passi. Pazienti che hanno subito danni come risultato di negligenza medica, hanno la facoltà di richiedere i danni al medico colpevole di malasanità, al personale che l’ha assistito, o alla struttura presso la quale opera il medico, ad esempio un ospedale o una clinica. Al fine di richiedere i danni, la parte lesa deve presentare una querela in sede penale, o civile o entrambi.

Chi citare in giudizio

Innanzitutto si deve decidere chi citare in giudizio. In alcune circostanze vi sono anche terzi da considerare responsabili per la negligenza del medico. Le valutazioni da fare per determinare chi citare in giudizio includono:

– chi è il colpevole di negligenza? Un medico che presta cure inadeguate rispetto a quanto dovrebbe, causando danni, è da considerarsi negligente e soggetto a ricevere una querela per malasanità. Nel caso di alcuni tipi di danni, più persone o enti potrebbero aver contribuito al danno. Ad esempio, un tecnico di laboratorio che interpreta erroneamente una radiografia e il medico che accetta la sua diagnosi senza esaminare i risultati di persona, possono entrambi essere considerati responsabili di danni causati da una diagnosi errata;

– chi ha il “portafoglio pieno”? Ovvero quale persona od entità dispone delle risorse finanziarie atte a renderla il bersaglio ideale per eventuali azioni legali? Ad esempio, l’ospedale dove lavora un infermiere colpevole di avere causato dei danni a un paziente è certamente un obiettivo migliore per una querela di malasanità contro l’infermiere stesso, perché ha maggiori risorse finanziarie;

– l’applicabilità del principio “Respondeat Superior” che attribuisce al datore di lavoro la responsabilità per le azioni dei suoi collaboratori, fintanto che tali azioni rientrino nell’ambito lavorativo. Dunque un ospedale è responsabile per la negligenza di un tecnico di laboratorio, di un infermiere o di un medico che lavora presso l’ospedale e ha causato danni a un paziente durante l’adempimento dei suoi doveri.

Sede penale o sede civile?

E’ necessario determinare la sede più appropriata presso la quale presentare la querela. Si può far causa sia in sede penale che in quella civile o entrambe, tenendo bene a mente il luogo dove è avvenuto il caso di malasanità, la nazionalità e il luogo di residenza di tutti quelli coinvolti.

Preparare la denuncia

Una denuncia di malasanità deve basarsi sulla negligenza di un operatore sanitario. Tale negligenza viene definita da diversi elementi che devono essere esposti nel reclamo. Questi elementi includono:

– prima che qualcuno venga dichiarato colpevole di negligenza, lui o lei dovrà aver avuto un qualche dovere di prestare delle cure alla parte lesa. Molte attività quotidiane impongono dei doveri civici di una parte verso l’altra. Un operatore sanitario ha un obbligo di diligenza solo verso i propri pazienti;

– una volta che viene stabilito che un operatore sanitario aveva un obbligo di diligenza verso un paziente che ha subito dei danni, questi deve quindi dimostrare che l’operatore ha mancato a tale dovere fornendo un’assistenza scadente, o una cura da ritenersi “al di sotto degli standard della professione medica richiesti nella comunità dove esercita”;

– l’inadempimento alle sue mansioni da parte dell’operatore deve aver causato lesioni o danni, perché venga riconosciuto colpevole della pratica di malasanità. Pur non essendo obbligato ad entrare nei dettagli specifici, devi dichiarare che qualche danno o infortunio si è verificato;

– la negligenza dell’operatore sanitario deve essere la causa immediata, o principale, del danno subito affinché venga ritenuto responsabile per il danno subito. Non c’è bisogno che la causa prossima sia l’unica causa del danno; deve semplicemente essere la sua causa primaria. Al fine di determinare la causa prossima, molti tribunali cercano di stabilire se il danno sarebbe avvenuto comunque, indipendentemente dall’atto di negligenza dell’operatore.

Presentare il reclamo

Il reclamo può essere presentato presso il tribunale personalmente o tramite raccomandata. Sarebbe meglio presentare il reclamo in persona, in modo da assicurarsi di aver pagato l’importo corretto della tassa per presentare il ricorso. Inoltre l’impiegato può verificare subito la completezza dei documenti. Si consiglia di chiamare il tribunale in anticipo e chiedere quanto costerà la tassa per il ricorso, e in che modalità va pagata: contanti, vaglia, assegno, o carta di credito, così da fornire l’importo corretto nella forma richiesta.

Preparare l’udienza

Ci sono molte cose da fare dopo aver presentato la denuncia e prima di presentarsi all’udienza, e potrebbe essere una buona idea consultare un avvocato per assicurarsi di essere preparato in modo adeguato e di aver adempiuto a tutti i passi richiesti dalla legge. Ecco dunque come procedere:

incaricare un esperto: una querela per malasanità richiede la testimonianza di un esperto che testimoni circa lo standard di cura nella comunità di appartenenza e dichiari che il suddetto standard è venuto meno da parte di uno qualsiasi degli imputati;

– preparare i testimoni con una lista delle domande e condividerla con loro, facendo anche un test realistico ovvero ponendo le domande e facendoli rispondere

– cercare di scoprire la strategia dell’avversario, la sua versione dei fatti o quali testimoni potrebbe chiamare al banco, scopri le sue mosse. Richiedere per iscritto che vengano prodotte le prove prima dell’udienza

preparare le prove facendo anche diverse copie dei documenti e delle fotografie che si intendono presentare come prove così da poter fornire una alla corte, una per ciascuna delle altre parti in causa e una da conservare

– è necessario presentarsi all’udienza e illustrare il caso, assicurandosi di seguire tutte le regole e di rispettare il decoro di un’aula di tribunale.

Avvertenze

In genere cè un lasso di tempo di 2 anni dalla data in cui è stato causato il danno / dalla data i cui il danno è stato scoperto / dalla data entro la quale il danno avrebbe dovuto ragionevolmente essere scoperto.

In linea di massima, quando si fa una querela bisogna essere bene informati circa i propri diritti e doveri, circa le leggi vigenti e i fatti che devono / possono essere presentati per supportare una causa.

Ecco perché è sempre importante se non fondamentale farsi consigliare da un buon avvocato e da professionisti del ramo. L’Associazione Consumatori Avvocato in Famiglia o altre associazioni consumatori come la nostra possono rappresentare una valido aiuto in questo senso.

Non esitate a farvi sentire. Contattateci per un consiglio, un supporto tecnico, un accompagnamento lungo un percorso che può presentarsi lungo e impervio.

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