Il  Mutuo o il  finanziamento ha una rata troppo alta ?

ecco come ridurlo senza nessuna causa !

 

Se il mutuo è diventato troppo alto, mentre le  possibilità economiche delle Famiglie sono in forte calo   , è possibile cercare di ridurne la rata mensile . Le opzioni per risparmiare  a norma di legge   sono tante. Difatti, in determinati casi è possibile sospendere il pagamento del mutuo . Chi ha richiesto un mutuo per l’acquisto della prima casa e versa in condizioni di difficoltà economica, dunque, può chiedere alla banca la sospensione del pagamento delle rate del mutuo. Come detto la sospensione del pagamento dell’intera rata del mutuo può essere richiesta fino ad un massimo di due volte, per complessivi 18 mesi. Chi ha già usufruito della sospensione può chiederne una nuova fino al raggiungimento di 12 mesi complessivi solo se sono trascorsi almeno 2 anni dalla precedente. Il mutuatario può chiedere la sospensione del mutuo e accedere al Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa, solo in presenza di determinate condizioni:

  • deve essere titolare di un reddito Isee non superiore a 30 mila euro;
  • l’importo del mutuo non deve superare i 250 mila euro;
  • il mutuo deve essere in ammortamento da almeno 1 anno al momento della presentazione della domanda;
  • se il titolare del contratto di mutuo è in ritardo nel pagamento delle relative rate, il ritardo non deve essere superiore a 90 giorni consecutivi.
Inoltre il richiedente deve essere incorso entro i 3 anni precedenti la richiesta in uno dei seguenti eventi:
  • cessazione del rapporto di lavoro subordinato (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato), ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa;
  • cessazione dei rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale e di altri rapporti di collaborazione che si concretizzano in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato, da parte dell’intestatario o di uno dei cointestatari del contratto di mutuo, con permanenza dello stato di disoccupazione al momento di presentazione della domanda;
  • handicap grave o insorgenza di condizioni di non autosufficienza.
In ogni caso la sospensione non può essere richiesta per i mutui per i quali è stata avviata da terzi una procedura esecutiva sull’immobile ipotecato. In caso di avvio di azioni esecutive a sospensione già concessa, la sospensione stessa verrà revocata.

 

Un’altra strada che si può percorrere è quella della surroga, attraverso la quale si puòtrasferire il mutuo originario in un’altra banca che offre un tasso più conveniente o a condizioni più favorevoli. Il mutuatario che intenda trasferire il proprio mutuo presso un’altra banca, deve richiedere alla nuova banca mutuante di avviare la procedura finalizzata al trasferimento. Ovviamente il mutuatario deve fornire una serie di documenti attraverso i quali il nuovo intermediario possa compiere le proprie valutazioni in ordine al finanziamento. Tra questi il mutuatario deve consegnare al nuovo finanziatore quello relativo all’importo del debito residuo. Se il mutuatario non provvede direttamente, la nuova banca deve assumere tutte le informazioni dalla banca originaria. Appresi i dati necessari, la nuova banca compie una valutazione circa la propria disponibilità (e convenienza) ad emettere il finanziamento.

Se l’esito della valutazione è positivo, la nuova banca conferma al cliente la disponibilità a compiere l’operazione di finanziamento che dovrà effettuarsi dinanzi al notaio. L’atto di surrogazione, infatti, deve essere stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata. L’operazione di surrogazione non comporta spese o commissioni per il mutuatario.

Da ultimo la strada maestra , quella che consigliamo di percorrere con forza e determinazione avvalendosi di supporto esperto possibile, inoltre, rivolgersi alla propria banca per chiedere una rinegoziazione del proprio mutuo. Di tanto parleremo nel presente articolo. Vediamo, dunque, in cosa consiste la rinegoziazione del mutuo, cosa comporta, quali sono i suoi effetti e vantaggi. Procediamo con ordine.

La rinegoziazione del mutuo come la consigliamo Noi 

La rinegoziazione del mutuo consiste nella modifica di una o più condizioni contenute nel contratto di mutuo. Scopo della rinegoziazione è proprio quello di favorire il mutuatario (colui, cioè, che ha acceso il mutuo), consentendogli di trovare soluzioni più soddisfacenti rispetto alla propria (peggiorata) situazione economica. Dunque, l’unico presupposto affinché si possa chiedere e ottenere una rinegoziazione del mutuo  è la sopravvenienza di elementi successivi che hanno alterato il rapporto originario. In tali casi, infatti, il mutuatario potrà rivolgersi alla propria banca spiegando le proprie esigenze e necessità, così da ricercare una soluzione condivisa. In sostanza, con la rinegoziazione il mutuatario e la banca si accordano per modificare alcune condizioni e clausole contenute nel contratto di mutuo originario (c.d. rinegoziazione volontaria). Attenzione: né la banca né il cliente possono esigere una modifica unilaterale delle condizioni del mutuo. È importante sottolineare, inoltre, che la rinegoziazione del mutuo avviene senza spese e può essere effettuata mediante scrittura privata anche non autenticata. Per intenderci, quindi, la rinegoziazione può avvenire  anche attraverso uno scambio di corrispondenza tra banca e cliente. In ogni caso, non è necessario l’intervento di un notaio.

La rinegoziazione può avere ad oggetto qualsiasi mutuo, senza limiti di tempo. Con la rinegoziazione è possibile modificare la durata del mutuo, il tasso applicato, il sistema di indicizzazione, lo spread, le commissioni legate al mutuo, ecc.

Facciamo alcuni esempi: con riferimento alla tipologia di mutuo, è possibile passare da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso per garantire la stabilità delle rate rispetto al verificarsi di fluttuazioni dei tassi. Ovviamente è possibile anche l’operazione inversa e cioè il passaggio da un mutuo a tasso fisso ad uno a tasso variabile. Con riferimento ai tassi di interesse applicati, è possibile chiedere una rinegoziazione della loro misura (rivedendo, ad esempio, la misura dello spread applicato dalla banca in aggiunta al tasso di mercato di riferimento). Circa la durata del mutuo, è possibile chiederne un prolungamento (passando, ad esempio, da un mutuo ventennale ad uno trentennale): in questo modo aumenteranno (complessivamente) gli interessi, ma si ridurrà sensibilmente  l’importo delle singole rate di rimborso.

Rinegoziazione del mutuo: i vantaggi

La rinegoziazione consente di ottenere una serie di vantaggi. Vediamo quali.

  • il precedente contratto non si estingue e non vi è necessità di accenderne uno nuovo, con risparmio di spese e oneri notarili;
  • il mutuatario non perde i benefici fiscali inizialmente previsti per il primo contratto;
  • non sono previste spese di rinegoziazione, né l’applicazione di imposte e tasse a carico dei mutuatari;
  • le garanzie già iscritte a fronte del mutuo oggetto di rinegoziazione continueranno a sussistere. Quindi, per intenderci, l’ipoteca a garanzia del mutuo originario continua ad assistere il rimborso del debito, senza il compimento di alcuna formalità o annotazione.

 

Volete abbassare la rata di uno o più finanziamenti ? Non commettete l’errore di chiederla quando siete in difficoltà a pagare le rate  ma agite prima , agite mentre siete ancora in grado di FARE LA VOCE GROSSA CON LA BANCA

 


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