La situazione lavoro in Italia.

La Situazione lavoro nella fattispecie Italiana è di particolare interesse Sociologico, Sindacale, Economico e imprenditoriale. L’universo lavoro rientra in una disamina che coinvolgere più Temi. In primis le condizioni occupazionali, la qualità del lavoro stesso e la realtà salariale. Possiamo sostenere con rammarico, che in tutte le tre voci e per tutte e quattro le categorie citate, la situazione è insoddisfacente e spesso drammatica.

La qualità del lavoro in Italia è scarsissima.

Prova ne è il numero sempre più crescente, di fatto oramai sistemico, di neo laureati che trovano una qualificata collocazione e salario solo all’estero.
Nella pre Brexit imminente, gli italiani residenti AIRE nella sola capitale Londinese erano all’incirca 700mila. Approssimativamente gli italiani recatisi all’estero negli ultimi 10 anni sono oltre 1 milione 300 mila. Il mondo del lavoro paga una scarsa scolarizzazione, un mondo sindacale poco moderno e una categoria imprenditoriale relativamente illuminata
Ovviamente sarebbe necessario fare un focus specifico, perché nella realtà imprenditoriale del Nord Est, piuttosto che brianzola o emiliana, possiamo trovare esempio di industriali, altamente professionalizzati, che lavorano principalmente con l’estero e quindi altamente innovativi.

Ad eccezione delle piccole imprese votate all’esportazione, l’offerta formativa professionale e le proposte lavorative nel sistema Italia, sono di terza, quarta fascia, rispetto alla formazione e lavori del Nord Europa, Germania compresa. Salari che si aggirano ad una forbice che va dalle 400 alle 1100 euro. Straordinari spesso non pagati, condizioni sicurezza del lavoro, spesso inesistenti. Basti citare la mostruosa realtà dei rider, oppure i 1200 morti annuali , di lavoratori italiani.

Difficilissima è pure la posizione dell’imprenditore, che paga salari da fame per il dipendente, a fronte di un esborso dell’imprenditore a volte doppio, anche triplo, rispetto al salario netto del dipendente. Uno scenario preoccupante di difficile soluzione, la crescita occupazionale italiana è in contrazione e non potrebbe essere diversamente, dato gli elementi citati.

Tassazione diretta e indiretta che arriva ad oltre il 65 per cento,

una burocrazia asfissiante e una scarsa propensione formativa, del sistema scolastico.

Il tutto ci consegnano una realtà lavorativa, lontanissima dagli Standard Europei. È del tutto evidente che il lavoro a livello Mondiale, è in crescita, ma questa crescita non riguarda l’Italia. Un’ulteriore elemento di spunto è l’analisi del Professore Domenico De Masi, il quale ci ricorda che il monte ore lavorative di un metalmeccanico tedesco sono di 1370 ore annue, a fronte delle 1800 del lavoratore italiano, con salario doppio in Germania e 20 per cento di produzione in più, rispetto all’Italia.

Dati incredibili sul quale riflettere e porre rimedio, viceversa la crescita non sarà possibile e la proposta occupazionale del nostro bel paese, sarà solo di basso profilo.


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