Il termine draconiano, sinonimo di “duro”, “severo”, oggi usato in diversi ambiti (per esempio “misure economiche draconiane”), ha origine nell’antica Grecia ed è legato a un politico ateniese, Dracone. L’uomo, infatti, introdusse ad Atene, nel 620 a.C. un sistema di norme scritte – novità assoluta per l’epoca – che dava allo Stato il compito di giudicare ed, eventualmente, punire il reato di omicidio, abolendo la giustizia fai da te e la vendetta del privato cittadino: fu il primo esempio di codice penale. La nuova legislazione stabiliva pene molto dure, sia per chi commetteva un omicidio involontario per cui era previsto l’esilio, sia per quello volontario, per cui si veniva condannati alla pena di morte. Le sentenze erano emesse da un tribunale di 51 efeti (magistrati creati, sembra, dallo stesso Dracone, per giudicare le cause di omicidio). Vi era però un terzo tipo di omicidio, quello “giusto”: colui che sorprendeva una donna della propria famiglia in flagrante con un amante, aveva il diritto di uccidere l’uomo “colpevole”. Le leggi di Dracone per la loro durezza si disse che fossero state scritte con il sangue.   Quello degli Italiani ? 

 

“I tiranni si circondano di uomini cattivi perché a loro piace essere adulati e nessun uomo di spirito elevato li adulerà.”

 

ARISTOTELE