Chissà quante volte, ridendo e scherzando, avete sentito dire oppure voi stessi avete detto la fatidica frase: scappo via !

In un momento storico in cui il lavoro è poco, sottopagato, vi è l’ipocrisia dei cari e pochi  amici, la boria dei superiori  e le lamentele della famiglia. Oppure i troppi debiti ma talvolta anche chi è  coinvolto in diversi procedimenti, anche di natura penale.  Ecco però che è importante sapere cosa succede in questi casi se

DAVVERO VOLETE PARTIRE E NON TORNARE A CASA PER PARECCHI ANNI.

 La fuga, però, non è quasi mai una buona soluzione se mal organizzata e i problemi sanno bene che se vi perdono, restano ad aspettare. Quindi, se siete novelli Mattia Pascal, questo articolo vi dirà quali conseguenze comporta scappare via da tutto.

Scappare via da un processo penale: si può fare ? 

Se volete  scappare via da tutto qualora siate indagati o imputati in un processo penale, sappiate che così non risolverete nulla. Il processo penale, infatti, prosegue anche in assenza dell’imputato . Avreste perso il DIRITTO A DIFENDERVI  Cosa ben diversa  se, invece, le indagini sono ancora in corso e l’ufficiale giudiziario, nel momento in cui doveva notificare l’atto ( il primo atto utile) , non riesce a trovarvi. Sappiate  che qualche possibilità di intralciare la giustizia esiste. A seguito della riforma del 2014 che ha eliminato la contumacia dal procedimento penale, il giudice non può proseguire il processo se non ha la ragionevole certezza che la persona indagata o imputata abbia effettiva conoscenza del processo a suo carico. Spieghiamo meglio.

Contumacia e assenza nel processo penale

Prima della citata riforma del 2014, il giudice dichiarava la contumacia dell’imputato che non compariva alla prima udienza, sempreché:

• le notifiche fossero regolari;
• l’imputato non fosse all’oscuro dell’udienza preliminare celebratasi;
• non vi fosse un legittimo impedimento dell’imputato a comparire all’udienza.

Dichiarata la contumacia, il processo proseguiva regolarmente e l’imputato era rappresentato dal difensore (d’ufficio). A seguito della riforma, l’istituto della contumacia è stato soppresso a favore di quello dell’assenza. Per garantire in maniera ancora più forte il diritto alla partecipazione al processo a suo carico, la legge ha previsto che, nel caso in cui l’imputato sia irreperibile, il giudice debba sospendere il procedimento, per un periodo massimo di un anno, al fine di compiere ulteriori ricerche della persona per cui si procede.

Scappare via da un processo civile

Rendersi irreperibili sin dall’inizio non è così semplice come nel caso del processo penale, infatti  mentre in quest’ultima circostanza è interesse del giudice capire se effettivamente l’imputato ha avuto cognizione dell’avviso, nel processo civile le garanzie sono attenuate. Di conseguenza, se siete  scappati via da tutto ma, formalmente, la  residenza è ancora ben individuata, per la legge tutti gli atti notificati all’indirizzo in cui abitavate  sono regolari.

CAPITO DOVE DOVETE AGIRE ?

STRATEGIA  LEGALE PER DIFENDERE LA FAMIGLIA.

Cosa significa in concreto ? Che i creditori ed i presunti tali continueranno a sbizzarrirsi nell’inviare  il pubblico ufficiale per la comunicazione degli atti più disparati. L’’ufficiale giudiziario, dopo sommarie indagini, non troverà  nessuno, e come suo diritto depositerà  la busta presso il Comune ove resta a disposizione per sei mesi.  Orbene, dopo venti giorni dal deposito nella Casa Comunale, la notifica si intende per la legge eseguita correttamente.

Ecco perché rendersi irreperibili non conviene mai .Gli atti, le procedure e le azioni giudiziarie producono ugualmente i loro effetti, con o senza ritiro della notifica.  Con notevole svantaggio, visto che non potrete mai difendervi in giudizio.

In pratica: scappare via dal processo civile o non ritirare le raccomandate  è un vero e proprio suicidio giuridico.

Scappare via: come farsi cancellare dai registri anagrafici

Se davvero volete fare le cose per bene e  scappare via da tutto, fatelo  in maniera intelligente.

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Un’abile mossa è quella di farsi cancellare dai registri anagrafici. La cancellazione per irreperibilità è una procedura eccezionale che avviene a cura del Comune quando una persona non abita più nella dimora abituale dichiarata all’anagrafe. Il procedimento viene messo in atto solo a seguito di numerosi tentativi di ricerca della persona e di indagini: se l’interessato non si fa più trovare presso l’indirizzo e tale situazione è perdurante, l’amministrazione può disporne la cancellazione.

Grazie alla CONSULTA LEGALE NAZIONALE tale attività è gestibile dall’associazione a costo zero .

Nota bene: La notizia dell’abbandono, o del presunto abbandono, deve pervenire all’Ufficiale dell’Anagrafe dal proprietario dell’abitazione (si pensi a un inquilino in affitto) o da altro pubblico ufficiale (si pensi al postino che tenti di consegnare le raccomandate, l’ufficiale giudiziario che provi a notificare atti, il messo comunale per la notifica di cartelle di pagamento o avviso di accertamento fiscale, i servizi sociali, ecc.). Non solo: la segnalazione può derivare anche da una società che gestisce servizi pubblici (Poste Italiane, Enel, ecc.) ed anche da un privato. Attenzione all’altra faccia della medaglia: con la cancellazione dall’anagrafe per irreperibilità si perde anche il diritto al voto, ad ottenere certificazioni anagrafiche o i documenti di riconoscimento (carta d’identità, patente, ecc.), la tessera sanitaria e quindi anche l’assistenza sanitaria. Una specie di morte civile, insomma.