Solamente nel settore aereo sono a rischio 46 milioni di posti di lavoro.

Moriremo per colpa di un virus o semplicemente di fame ?

Il settore aereo vede a rischio 46 milioni di posti di lavoro. A farlo notare è l’Air Transport Action Group (ATAG), insieme di organizzazioni di settore con sede a Ginevra. Nel suo più recente report, l’ATAG ha evidenziato come più della metà degli 88 milioni di posti di lavoro al momento in piedi nel comparto siano in serio pericolo a causa della pandemia.L’emergenza sanitaria ancora in corso, tra restrizioni totali e limiti, ha messo letteralmente in ginocchio le compagnie aeree di tutto il mondo, e molti nel settore prevedono che il numero di voli non tornerà ai livelli pre-covid fino al 2024.Il report, che si basa su un’analisi di Oxford Economics, stima che solo le potenziali perdite di posti di lavoro presso compagnie aeree, aeroporti e compagnie aerospaziali civili possa ammontare a 4,8 milioni di unità entro l’inizio del prossimo anno, vale a dire una riduzione del 43% dell’occupazione rispetto ai livelli precedenti la pandemia.

Settore aereo: a rischio 46 milioni di posti di lavoro. Moriranno di fame e non di covid.

Oltre ai 4,8 milioni di posti a rischio prevalentemente tra compagnie aeree e aeroporti di tutto il mondo, altri 26 milioni facenti capo al turismo legato ai viaggi aerei sono in bilico.Si aggiungano i circa 15 milioni a rischio nelle aziende che vendono beni e servizi appartenenti alla catena di fornitura del trasporto aereo ed ecco che si arriva ai 46 milioni evidenziati dalla Air Transport Action Group, per un comparto che taglierebbe oltre un terzo della sua forza lavoro.Mentre l’attività economica sostenuta dall’aviazione potrebbe ridursi del 52%, il che si traduce in una perdita di PIL globale per 1.800 miliardi di dollari.
Il report conferma che la pandemia “avrà implicazioni di vasta portata sull’industria per molti anni”:

“In passato ci sono state riduzioni nel traffico dei passeggeri causate da crisi ed eventi improvvisi, ma mai una chiusura quasi totale del sistema aereo, tanto da portare a un numero di passeggeri che nel 2020 sarà meno della metà del livello dello scorso anno.”

Per questo le compagnie aeree hanno chiesto ai governi ulteriori sostegni economici e la predisposizione e gestione di test rapidi per i passeggeri prima dei voli. Elemento che consentirebbe un allentamento delle restrizioni che hanno costretto milioni di persone a posticipare o annullare i loro viaggi:

“Spetta assolutamente ai governi fare tutto il possibile per aiutare il settore a rimettersi in piedi, così da ripristinare quei posti di lavoro e far ripartire l’attività economica connessa al comparto. Chiediamo certezze e non quarantene casuali e elenchi di destinazioni accettate o meno in continua evoluzione”,

ha dichiarato Michael Gill, direttore esecutivo di ATAG.

Intanto, i tagli proseguono presso le principali compagnie aeree del mondo, coinvolgendo colossi come Lufthansa, British Airways, Ryanair, Air France, Scandinavian Airlines e molti altri.


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