OGNI AUTOMOBILISTA HA UNA FAMIGLIA

I SOLDI SERVONO PER VIVERE  E NON PER

PAGARE GLI STIPENDI COMUNALI

ECCO PERCHE’ INVITIAMO GLI AUTOMOBILISTI A CONTESTARE LE MULTE 

Ecco come contestare la multa sulle strisce blu

Maledette striscie blu…..un incubo che ci tiene incollati all’orologio. Bastano spesso 5 minuti per prendere una odiosissima multa. Dopo il bollo, le tasse su benzina ed assicurazioni un’altra gabella che frutta al Sindaco ed il suo staff un sacco di milioni di euro ogni anno.  

NOI ABBIAMO DETTO BASTA . E CONTESTIAMO OGNI VERBALE GRAZIE ALLA BUROCRAZIA

NECESSARIA PER NOTIFICARE CORRETTAMENTE UNA MULTA 

Una multa sul parabrezza che  intima di versare circa 40 euro nelle casse del Comune, tanto costa una multa media sulle strisce blu.  Anche se si tratta di un importo minimo, abbiamo cercato un modo per non pagare visto che, in città, non c’è più uno spazio libero dove lasciare la macchina e, dall’altro lato, la polizia Municipale non sempre applica criteri imparziali nello scegliere chi multare e chi no. Ma saranno pagati a provvigione i cosiddetti ” ausiliari del traffico “? 

Con tante auto in divieto di sosta, perché la contravvenzione è stata elevata proprio a coloro che  non hanno intralciato il traffico?  Soldi e denaro per le casse comunali . Le multe dovrebbero servire per migliorare la viabilità e costruire parcheggi ed invece vengono usati per migliorare il bilancio del caro Sindaco.

Sconsigliamo a tutti i nostri associati soluzioni ” fai da te ” quali il non pagare, non fare ricorso o peggio non ritirare le raccomandate. Tutti gravi errori! 

La multa per parcheggio sulle strisce blu ammonta a 41 euro. Se però si paga nei primi 5 giorni dalla notifica (ossia dall’arrivo della raccomandata a casa e non da quando si trova il preavviso di contravvenzione sul tergicristalli) la multa scende a 28,70 euro. Sicuramente, a voler fare ricorso al giudice di Pace si paga quasi il doppio solo di tasse (43 euro di contributo unificato). Non usate questo sistema quindi . Sconsigliato. 

AUTOTUTELA POSSIBILE 

Senza spendere un euro potete  contestare la multa sulle strisce blu, attraverso  un ricorso al Prefetto che è totalmente gratuito, salvo i costi della raccomandata per spedire  il ricorso stesso. 

In più, con questa soluzione, potreste nemmeno ricevere dal  Prefetto una risposta  nei termini di legge: in tal caso infatti il ricorso si considera accolto (in base alla regola del silenzio-assenso) e la multa annullata.

Il Prefetto deve rispondere entro 220 giorni se inviate direttamente a lui il ricorso; entro 180 giorni invece se lo inviate all’autorità che ha elevato il verbale (ad esempio la polizia municipale). Se il Prefetto dovesse rigettare la richiesta,  intimerebbe però a pagare la multa in misura piena con una maggiorazione del 10% a titolo di interessi per ogni sei mesi. C’è dunque questo rischio che, tuttavia, può essere contrastato facendo ricorso, contro la suddetta ordinanza-ingiunzione, al giudice di pace entro 30 giorni dal ricevimento della stessa.

E’ nulla la multa sulle strisce blu se non ci sono parcheggi gratuiti

Un cavallo di battaglia contro le multe sulle strisce blu è la necessaria alternanza tra aree di sosta a pagamento e quelle gratuite che il Comune deve osservare per non fare cassa sulle spalle dei cittadini. In buona sostanza, una strada non può avere solo strisce blu, ma deve avere anche quelle bianche e le due aree devono equivalersi per estensione. L’utilizzo dei parcheggi a pagamento non può diventare un business e una speculazione ai danni degli automobilisti.

Per difendersi dalla  multa, l’automobilista deve:

  • fotografare le zone limitrofe a quella in cui l’auto è stata parcheggiata e dimostrare  che tutta la zona prevede spazi di sosta a pagamento (non solo il lato opposto della strada, ma anche le vie adiacenti);
  • chiedere al Comune la mappa della città ove figuri la ripartizione tra strisce bianche e strisce blu e provare che non vi è un’equa distribuzione degli spazi, con maggiore prevalenza di quelli a pagamento. Praticamente nessun Comune rispetta tale obbligo.

Questa regola dell’alternanza trova però eccezioni nei seguenti casi:

  • nelle zone a traffico limitato,
  • nelle aree pedonali,
  • nei centri storici di particolare importanza ,
  • nelle altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta, nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico.

 Il cittadino ha la possibilità di prendere visione della delibera e vedere se esiste effettivamente. In caso contrario la multa è illegittima. In sintesi, se la strada dovesse risultare piena di strisce blu perché l’area è stata dichiarata di valore storico o di particolare interesse ambientale il’automobilista può difendersi:

  • chiedendo che il Comune depositi l’originale della delibera con cui tale zona cittadina è stata dichiarata di valore storico o ambientale (cosiddetta Zru, ossia zona a rilevanza urbanistica);
  • se il Comune deposita tale delibera, il cittadino può sempre dimostrare che l’area urbana non ha, in realtà, le caratteristiche richieste alle Zru (valore storico, artistico o ambientale) e che, pertanto, la delibera è stata adottata solo per fare cassa.

Strisce blu fuori dalla carreggiata

Altro motivo per vincere un ricorso  contro le strisce blu è  quello del mancato rispetto delle regole del codice della strada sugli spazi da destinare a parcheggio a pagamento. Il codice prevede ( Art. 7, comma 8, Cod. della Strada) che le aree destinate alle strisce blu debbano essere collocate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico. Sono  quindi illegittime le contravvenzioni elevate per sosta sulle strisce blu se queste aree sono state ricavate (come quasi sempre avviene) lungo la stessa strada destinata al traffico, con conseguente restringimento della carreggiata.

CHIARO ? 

Questo rende di fatto nulle gran parte delle multe per mancato pagamento del ticket. Una contestazione di tale tipo deve essere argomentata, nel ricorso, con le seguenti parole: «Il Codice della Strada (art. 7, comma VI) prevede espressamente che le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata. Lo stesso Codice della Strada prevede (art. 3, comma I, n. 7) che per carreggiata debba intendersi la “parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine”. Ne consegue che la condotta contestata all’odierno ricorrente non integra gli estremi di alcuna fattispecie di responsabilità, poiché l’area in cui la presunta violazione sarebbe stata rilevata è stata adibita a parcheggio (a pagamento) in assoluto dispregio delle norme dettate dal Codice della Strada».

Se la multa è elevata dall’ausiliario del traffico

Le multe sulle strisce blu sono le uniche che possono  essere elevate dagli ausiliari del traffico.Nella contestazione dovete verificare che la nomina degli stessi sia avvenuta correttamente ossia con precisa individuazione dei poteri e con delibera del Comune. Ma siccome, per comodità ed oramai come regola fissa,  gli ausiliari del traffico sono dipendenti di una ditta esterna che ha ottenuto  in appalto la gestione dell’area, è necessario che tale convenzione non sia scaduta. L’automobilista, in questo caso, si deve  difendere :

  • chiedendo al Comune di esibire, davanti al giudice, la delibera che ha nominato o assunto l’ausiliare del traffico e che detta delibera ne delimiti concretamente i poteri;
  • oppure chiedendo di mostrare la convenzione che lega il Comune al gestore degli spazi a pagamento, per dar prova che essa non sia scaduta.

 

Se il parchimetro non consente il pagamento con carta di credito/bancomat non esiste alcun obbligo di pagare . 

La legge di bilancio 2016 ha imposto ai Comuni di dotare i parchimetri per la sosta sulle aree blu di meccanismo per pagare con bancomat salvo che l’amministrazione locale dimostri «impedimenti tecnici». Si tratta di una norma che, come tutte le novità approvate nel nostro Paese, richiede tuttavia l’approvazione di un decreto attuativo ministeriale, il quale ancora non è intervenuto . Nel frattempo qualche giudice, evidentemente ansioso di attuare la novità, già ha iniziato ad annullare le multe ritenendo la norma già perfetta in sé per sé senza bisogno di attuazione. 

Se il parchimetro non funziona la multa sulle strisce blu è nulla

Il fatto che l’auto sia parcheggiata sulle strisce blu e il parchimetro più vicino non funziona non consente di non pagare la sosta. Bisognerà cercare un secondo parchimetro posto nelle adiacenze. La legge non dice entro quale distanza debba spingersi il cittadino nella ricerca di un parchimetro funzionante, tuttavia non è possibile chiedergli uno sforzo eccessivo e tale da rendere vana la stessa sosta. Anche perché, nella ricerca di un parchimetro, potrebbe arrivare il vigile ed elevare la multa. Ecco come bisogna fare per difendersi e contestare la multa in questi casi:

  • fotografare o filmare con lo smartphone il dispositivo non funzionante
  • chiamare la stazione dei vigili urbani o la società che gestisce detti apparecchi (il numero è di solito riportato sugli stessi) in modo da far accertare la situazione e poter, in un momento successivo, documentare la sua buona fede;
  • chiamare un testimone che possa, in un eventuale giudizio davanti al giudice di pace, dichiarare che i parchimetri più vicini erano tutti fuori uso.

Ma non finisce mica qui

Il ricorso perfetto non esiste ma è ora che gli automobilisti smettano di tollerare e chinare sempre il capo.

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