Autovelox

ecco come facciamo a vincere i ricorsi.

Multe per eccesso di velocità. Noi non invitiamo nessuno a correre in auto ma riteniamo che le Famiglie abbiano bisogno di aiuto e non di multe sempre più care. Ecco quindi come facciamo a contestare il verbale e farvi sgravare la multa dal Prefetto.

Gli autovelox sono macchine intelligenti capaci di percepire, con millimetrica perfezione, la velocità delle auto. Ma –si sa – anche le macchine possono sbagliare. Un errore del software, un’alterazione dei circuiti dovuta al caldo, un difetto di manutenzione, l’usura derivante dalle operazioni di montaggio e smontaggio: una minima variazione può far variare il risultato della rilevazione elettronica.

Allora è normale che un automobilista, non appena ricevuta la multa, possa domandarsi: come sapere se sbaglia l’autovelox? Come assicurarsi che la fotografia scattata dall’apparecchio abbia rappresentato la realtà e non sia caduta essa stessa in errore? E se la macchina fosse stata tarata in modo errato o non abbia tenuto conto del limite della tolleranza legale del 5%? Insomma. I dubbi sono legittimi e possiamo vincere grazie a questi dubbi. 

ECCO COSA VERIFICHIAMO

PER SGRAVARE LE MULTE 

PRIMA VERIFICA:

Noi controlliamo se  risulta attestata da due documenti: il certificato di collaudo e quello di taratura.

Il collaudo viene fatto una sola volta: all’atto del primo utilizzo dell’apparecchio e ne attesta la conformità ai parametri di legge. La taratura invece è una verifica di funzionamento – imposta dalla Corte costituzionale nel 2015 – che va ripetuta almeno una volta all’anno da parte di ditte specializzate e autorizzate a ciò.

Entrambi i certificati hanno rilievo pubblico e pertanto noi chiediamo l’accesso agli atti ricercandoli e controllandoli.Pertanto quando viene messo in discussione il funzionamento dello strumento di controllo elettronico della velocità, l’autorità è tenuta a produrre in giudizio – davanti al giudice di pace – gli originali o le copie autentiche di tali documenti. In assenza di questi, la multa viene annullata. Spesso arrivano con le copie e tale errore comporta lo sgravio.  Si tratta quindi di una presunzione di non corretto funzionamento che non può essere superata da nessuna prova contraria. Se anche la polizia dovesse attestare in giudizio di aver verificato l’operatività della macchina, o se tale dichiarazione dovesse essere riportata sullo stesso verbale, ciò non basterebbe a salvare il verbale dall’annullamento.

Il verbale deve indicare la data dell’ultima taratura perchè la  Cassazione ha aggiunto un ulteriore e importante dettaglio: nel momento in cui la polizia compila la multa da spedire all’automobilista, deve riportare in essa la data in cui è stata effettuata l’ultima taratura che, come detto, non deve risalire a più di un anno prima. Ciò al fine di non costringere l’automobilista ad effettuare ricerche e verifiche per lui difficoltose. È vero: resta sempre il fatto che tale attestazione viene effettuata proprio da chi ha elevato la contravvenzione, ma è anche vero che si tratta di un pubblico ufficiale e che, per via della funzione che riveste, non può né mentire, né alterare gli atti. Il fatto che il verbale indichi l’avvenuta taratura dell’autovelox non esclude però che l’automobilista possa diffidare di ciò e, quindi, chiedere di prendere visione dei documenti.

Noi lo facciamo  prima di intentare l’opposizione al giudice di pace o nello stesso giudizio. In questa seconda ipotesi, il trasgressore può limitarsi a contestare il non corretto funzionamento dell’autovelox con il proprio atto di ricorso. In tale ipotesi si avrà che:

  • se la polizia deposita gli attestati di taratura e di collaudo, spetterà al ricorrente dare prova delle circostanze che inducono a ritenere che, ciò nonostante, l’autovelox non funzionasse correttamente;
  • se la polizia non deposita gli attestati in questione, la multa viene già subito annullata.

TERZA VERIFICA:

Sappiamo che l’onere di dimostrare che l’apparecchio non ha sbagliato e non poteva sbagliare  non spetta all’automobilista e quindi è  la semplice contestazione di non corretto funzionamento dell’apparecchio, sollevata nel ricorso al giudice di pace, comporta l’annullamento del verbale.

Ma se tali attestati vengono prodotti, noi cerchiamo  il modo per ritenerli non conformi. E qui subentra tutta la normativa che indica come deve avvenire la taratura.

In particolare, con un decreto del 13 giugno scorso  si è stabilito che le verifiche di taratura devono essere eseguite su un campione di rilevamenti di velocità uniformemente distribuiti da 30 km/ora a 230 km/ora (oppure nel campo di misura o di utilizzo del dispositivo in verifica), utilizzando sistemi di misura di riferimento in grado di tarare con incertezza estesa (con probabilità di copertura al 95%) non superiore allo 0,5% per velocità superiori a 100 km/h, e a 0,5 km/h per velocità fino a 100 km/h. I sistemi di misura di riferimento devono garantire la riferibilità metrologica al Sistema.

Secondo il ministero dei Trasporti gli autovelox devono essere verificati, ogni anno, in un autodromo con mezzi che sfrecciano fino alla velocità di 230 km/h. Altrimenti non può essere rilasciato il certificato periodico di corretta taratura.

SIAMO PIGNOLI E ROMPISCATOLE.

MA LA DISPERAZIONE DELLE FAMIGLIE ARRIVA

PRIMA DELLA CASSE DEL COMUNE.

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