Cosa fare in caso di sfratto

 

La crisi colpisce le famiglie.

Ecco come utilizzare la legge per ottenere più tempo per lo sfratto e gestire il disagio economico 

 

Il giudice può concedere una proroga all’inquilino moroso, detta ‘termine di grazia’. Ecco come lasciare l’immobile con calma e dignità.

Sempre più spesso ci scrivono Famiglie che non riescono a pagare il canone di affitto e di lì a breve subiranno uno sfratto. La legge, infatti, concede al proprietario la possibilità di risolvere il contratto di locazione dietro perdurante morosità. In sostanza, l’inquilino che non paga l’affitto è inadempiente al contratto, cioè non rispetta l’obbligo principale nascente dalla locazione. Per questa ragione può essere sfrattato.La domanda a cui vogliamo però rispondere, scusandoci con i proprietari di immobili, è come rilasciare con dignità la casa con i propri figli senza scappare, gestendo con calma la situazione di disagio.

 

Prima regola: Capire cosa sta succedendo

Sfratto: come è previsto dalla legge 

Il proprietario di una casa non è un benefattore e non deve certamente esserlo se non è sua volontà. Se affitta il proprio immobile, spesso, non è per un intento speculativo, ma per compensare le spese (imu, spese condominiali straordinarie, ecc).  Per questi motivi, la legge riconosce al proprietario il diritto di sfrattare l’inquilino moroso, cioè quello che non paga l’affitto. In termini tecnici, si tratta di un grave inadempimento contrattuale, cui consegue la risoluzione della locazione.

 

Seconda regola: Quando possono agire con lo sfratto

Sfratto: I presupposti

Per poter sfrattare un inquilino è sufficiente il mancato pagamento(anche di un solo canone di locazione oppure, in alternativa, è necessario il mancato versamento degli oneri accessori (quote condominiali).

Più precisamente devono:

– Trascorrere almeno 20 giorni dalla scadenza prevista per il pagamento dell’affitto.

– Accumularsi oneri accessori non pagati, per un importo superiore a due canoni di locazione.

Se ricorre almeno uno dei descritti presupposti, il contratto di locazione può essere risolto e l’inquilino essere sfrattato.

 

Terza regola: Cosa può accadere

Sfratto: in cosa consiste nel dettaglio

In termini molto semplici, ipotizzando il mancato pagamento dell’affitto per oltre un mese dalla scadenza, il proprietario può sfrattare l’inquilino moroso. Obbligatoriamente dovrà, quindi, inviargli un citazione dinanzi al Tribunale per la convalida dello sfratto. NON E’ CONSENTITO CAMBIARE SERRATURE O BLOCCARE /IMPEDIRE L’ACCESSO ALL’ABITAZIONE. A seguito di questa citazione, ci sarà un’udienza davanti al Giudice designato che avrà il compito di convalidare lo sfratto, dichiarando risolto il contratto di locazione. A seguito di questo provvedimento, ed a chiusura del procedimento, l’inquilino sarà costretto a lasciare l’immobile ed a trasferirsi altrove.

 

Quarta regola: Uscire con dignità e calma

Sfratto: Come ottenere un rinvio idoneo a trovare una soluzione alternativa.

Quando l’inquilino moroso si trova davanti al giudice, può evitare la risoluzione del contratto ed il conseguente sfratto. Pagando i canoni scaduti, gli oneri accessori maturati, gli interessi legali su queste somme, le spese processuali (Art. 55 L 392/1978.).

Ovviamente, potrebbe avere difficoltà ad effettuare questi versamenti. Ebbene, per questo motivo, dinanzi a comprovate condizioni di difficoltà economica, l’inquilino può ottenere la concessione del cosiddetto termine di grazia. In termini pratici, il Giudice concede al conduttore in difficoltà, novanta giorni per saldare il dovuto. In alcuni casi, può essere anche concesso un termine maggiore, cioè 120 giorni.

Scaduto il termine suddetto, senza che sia stato pagato quanto previsto e stabiliti dal magistrato, nell’udienza successiva, già fissata dal Giudice, sarà inevitabilmente dichiarata la risoluzione del contratto e convalidato lo sfratto.

 


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