IL SEGRETO DI PULCINELLA PER TRATTARE CON LE BANCHE

 

Ho provato a trattare con la banca ma non accetta accordi, come mai ? 

 

E’ questa una delle domande che spesso ci giungono in redazione e vorremmo rispondervi in maniera definitiva ed esaustiva.

In un periodo di fortissima crisi, l’indebitamento con le banche è quotidianità e parliamo sia di Famiglie che d’imprese ovviamente.  Quando  non c’è la possibilità di pagare le rate o saggiamente si capisce che da li a poco non sarà possibile pagarle è necessario affidarsi ad un avvocato specializzato in procedure di esdebitazione.

MA COME AGISCE UN AVVOCATO SPECIALIZZATO ?

Un esperto non chiede alla banca uno sconto ma tutt’altro. Blocca immediatamente il pagamento delle rate ove non già avvenuto obbligando de facto la controparte a cercare un dialogo.  Ma come obbligare una banca , forte di un contratto e di avvocati preparati?

Ecco cosa dovete sapere.  La banca non utilizza avvocati specializzati ma  semplici legali esterni ( spesso sottopagati per logiche di contenimento dei costi ) nelle fasi definite standard. Ci riferiamo alle fase di recupero o decreto ingiuntivo.

Ma quando riceve una notifica  in cui si vede bloccati i pagamenti delle rate, contestate le pattuizioni e le viene richiesto un accesso alle documentali in forma integrale   grazie agli artt. 117 e 119 del TUB ( qui consultabile e stampabile gratuitamente per voi ) cambia atteggiamento.

La posizione definita incagliata passa alla Direzione legale della Banca e quindi davvero in mano ad esperti. E gli esperti sanno benissimo che è meglio evitare una causa in Tribunale.

Inoltre non dimentichiamoci mai che esiste la famosa  procedura di sovraindebitamento (meglio nota come “legge salva-suicidi”) che resta  una delle soluzioni più adeguate. Solamente adesso è possibile un reale  saldo e stralcio, oppure una ristrutturazione del debito. In questa fase, diventa essenziale sapere come trattare con le banche, conoscere cioè i meccanismi interni agli istituti di credito che consentono di ottenere notevoli agevolazioni.

Oramai lo sanno anche i sassi che il direttore di filiale ha  poteri limitati e ogni richiesta di dilazione o di “sconto” deve passare sempre per la direzione centrale. L’impossibilità di parlare con una persona fisica a cui rappresentare la propria vicenda umana, rende la trattativa fredda, distaccata e quindi anche più complicata. A tutto ciò si aggiunge che, per la banca, non valgono i limiti al pignoramento della prima casa che invece sono previsti per i debiti con lo Stato e con le pubbliche amministrazioni. Anzi, al contrario, l’istituto di credito è quasi sempre assistito da un’ipoteca o fidejussione di un parente caro.

 

 

 

Ecco cosa può succedere se non fate nulla ed attendete troppo tempo 

La banca tende ad azionare il recupero del credito nei confronti del debitore ed eventuali garanti (fideiussori). anzitutto con il pignoramento dell’immobile concesso in ipoteca o con il pignoramento dei beni del fideiussore (anche questi, di solito, proprietario di immobili).In entrambi i casi  la procedura civile è molto lunga, farraginosa e complicata. In alcuni fori, prima di ricevere offerte di acquisto nella procedura di espropriazione forzata della casa è necessario attendere quattro o cinque anni.

 

Ma se la banca non accetta il saldo e stralcio cosa fare ?

Il debitore potrebbe paventare alla banca la possibilità di rivolgersi al giudice e chiedere un saldo e stralcio con la procedura di sovraindebitamento. Il tribunale, se ritiene che il debitore non abbia possibilità di estinguere l’obbligazione, autorizza una riduzione dei debiti tutti, nessuno escluso, a prescindere dal consenso della banca (che deve essere fornito solo per debiti di natura imprenditoriale o legati all’attività lavorativa). È il cosiddetto piano del consumatore. 

La banca, per non subire la falcidia del giudice, potrebbe quindi essere spinta ad accettare un’offerta più conveniente del debitore che, in tal modo, eviterebbe di spendere i costi della procedura sul sovraindebitamento.

 


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