Mutui, prestiti, ricatti: le vostre storie.

Pubblichiamo di seguito tre delle decine di lettere arrivate alla redazione da parte di Consumatori ingannati dalle banche. Per raccontare la vostra esperienza scrivete una mail a truffati@avvocatoinfamiglia.com.  

Usura nei mutui ipotecari

Voglio raccontarvi la mia storia per stigmatizzare come le Banche abbiano reso più difficile l’esistenza di molte persone, tra cui la mia. Tutto inizia nel 2005 quando mi sono separato e ho dovuto lasciare l’immobile di mia proprietà alla mia ex e a mio figlio per poi affittare un piccolo appartamento di 50 metri. Dal quel momento ho dovuto sostenere dei costi notevoli che si andavano ad aggiungere all’assegno di mantenimento che per legge dovevo erogare alla mia ex. Si intenda che per me è stato un onore mantenere mio figlio a cui tengo moltissimo. Nel 2010 ho dovuto accendere un mutuo alla mia Banca Etruria per riparare il tetto della mia abitazione. Su un mutuo di 50 mila euro ho dovuto pagare subito 8.000 euro di spese per l’assicurazione incendio e perdita lavoro più altri 1.000 euro di spese notarili. Mi dissero che se avessi sottoscritto delle azioni della banca avrei potuto usufruire di un tasso agevolato. Si consideri che dopo due mesi dalla sottoscrizione il valore delle azioni diminuì del 90%. Nel 2015 ho parlato con un amico il quale si era rivolto ad una società specializzata nelle analisi dei mutui per verificare eventuali profili di usura. Da questa analisi emerse che sul mio mutuo avevano applicato tassi di usura. Pagai 3.000 euro subito per questa analisi iniziale sul mio mutuo alla società di consulenza. I miei avvocati hanno chiesto un incontro alla banca per transare ma loro non si sono nemmeno presentati. Per poter adire in giudizio ora i miei avvocati mi hanno chiesto 2.600 euro che si aggiungono ai 3.000 euro iniziali. Vedete oggi non ho questa liquidità richiesta, ma trovo profondamente ingiusto che i signori delle banche contino sul fatto che a causa delle spese legali molti clienti ingannati non potranno sostenere le spese aggiuntive e quindi decidono purtroppo di non arrivare in giudizio. Oggi, lavorando in un’azienda privata in una situazione più precaria rispetto al passato, con un assegno di mantenimento da erogare, con una rata da rimborsare alla banca, a fronte di un contratto che presenta profili illegali, con mio figlio ancora disoccupato, con la mia ex che ha perso il lavoro e la relativa indennità di disoccupazione, malata gravemente di cancro, che azioni intraprendereste al posto mio per avere un po’ di giustizia?

M.C.

 

Verifica assegno

Nel luglio 2015 decido di vendere il mio Rolex Daytona 8300 euro su un sito internet contattato da una persona sconosciuta che voleva pagare con assegno circolare. Dubbioso telefono alla mia banca (Unicredit), spiego l’operazione che dovevo fare e chiedo se c’è un sistema per essere sicuro che l’assegno sia valido, mi dicono: “Fai l’operazione in banca (Unicredit) così sei sicuro”, cosa che ho rigorosamente fatto. Poi consegno l’orologio, ma dopo una settimana salta fuori che l’assegno falso e la banca però se ne lava le mani. A marzo saremo in Tribunale, con già 4000 euro di spese legali.

L.S. 

Maledetta Banca Barclays

Porto alla vostra attenzione i mutui Barclays indicizzati al franco svizzero, problematica che sconvolge parecchi risparmiatori: siamo una famiglia in difficoltà perché abbiamo incontrato nel nostro cammino un consulente finanziario esterno e una banca “fantasma” priva di sportelli di ricevimento clienti presso la propria sede mutui di Milano. Quattro anni fa feci un mutuo da 153.000,00 euro con Barclays Banck, con rata costante 840,00 €, indicizzato al Franco Svizzero. Il mutuo ci fu proposto da un consulente esterno alla Barclays il quale evitò di dirci che il cambio sfavorevole avrebbe potuto danneggiarci. Dal notaio riceviamo informativa e calcolo dei rimborsi esclusivamente in euro. La banca da allora ci ha inviato due volte l’anno informativa sul mutuo, citando il debito residuo esclusivamente in euro, evidenziando una discreta cifra accantonata nel fondo personale e fin qui tutto bene, perché il debito residuo era in calo e la quota del fondo fruttifero in crescita. Nel 2011 mettiamo in vendita la casa; la quota capitale era scesa a 147.000, chiediamo quindi per iscritto alla banca una stima sui costi di estinzione; nel frattempo troviamo un’ottima occasione di vendita e firmiamo un preliminare. Inoltre, individuata un’abitazione più idonea alle nostre esigenze, firmiamo un preliminare di acquisto successivo alla vendita.

Lentamente prendiamo coscienza che la nostra banca non risponde, sollecitata più volte continua a non  rispondere, inviamo un reclamo e nel frattempo chiediamo il supporto di un consulente di un’altra banca della nostra città il quale ci allerta sulla cifra necessaria all’estinzione: è enorme, pari a 55.000,00 euro oltre il debito residuo e supera di molto il valore stesso dell’abitazione. La banca ritira il prodotto che sta danneggiando centinaia di famiglie ma prima o poi il problema si evidenzierà per molti. Siamo attoniti, bloccati, non possiamo estinguere il debito per colpa del cambio.

C.S.

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