Ecco come funziona la Convocazione

in tribunale e come salvare lo stipendio

Conoscere come funziona il Pignoramento presso terzi permette ai dipendenti a cui è stato bloccato

il quinto della busta paga di evitarlo o quantomeno ridurre il debito.

Di recente, avete ricevuto una convocazione in Tribunale per pignoramento dello stipendio oppure il datore di lavoro vi ha effettuato una trattenuta?  Qualcosa di brutto sta accadendo ma potete ” finalmente ” cominciare a difendervi e prendervi cura di Voi. 

Probabilmente non avete  pagato un vecchio debito oppure, se si trattasse dell’Agenzia delle Entrate e riscossioni  vi dovete leggere questi articolo differente ( Premi qui ). 

 Ma se invece è stato un vecchio debito o colui che lo ha comprato  vi consigliamo di continuare a leggere questo utilissimo articolo.  La notifica recapitata al vostro datore di lavoro, non sempre arriva anche a casa vostra  ma comunque venite a conoscenza che ci sarà un invito a presentarvi in tribunale mediante un ufficiale giudiziario che lascia nella casa Comunale un avviso. 

ECCO COSA DOVETE ASSOLUTAMENTE SAPERE 

Quello che vi consigliamo è di trovare tanta voglia di imparare. Cominciamo a capire che la procedura civile stabilisce infatti che, per attuare il  pignoramento dello stipendio,  si debba passare attraverso due step.

 Il primo step è costituito dalla  notifica dell ‘ atto di pignoramento  che un ufficiale giudiziario fa sia nei confronti del datore di lavoro che del dipendente.  E’ cosa indifferente che la lettera arrivi prima all’ uno o all’ altro. Il datore di lavoro è obbligato a trattenere un quinto dal netto della busta paga dovuta mensilmente al dipendente. Queste somme verranno conservate dall’azienda per essere versate al creditore in un successivo momento. Una sezione dell’atto di pignoramento è dedicato alla citazione in giudizio si tratta di un invito al debitore a presentarsi dinanzi al giudice del tribunale ove questi è residente  alla data indicata nell’ atto stesso. Mettete nella vostra agenda tale data. Parte il primo timer: avete 20 giorni per presentare una valida opposizione. non perdete tale opportunità.

 

Ma cosa accade in questa udienza?   il giudice, verificherà  la regolarità formale delle notifiche e la legittimità sostanziale degli atti, ordinando al datore di lavoro  a consegnare al creditore . Nello stesso tempo, il giudice comanda al datore di lavoro a continuare a comportarsi nello stesso modo per i mesi a venire, fino ad estinzione totale del debito: egli dovrà quindi versare, mese per mese, un quinto dello stipendio dovuto al dipendente direttamente sul conto del creditore.

ATTENZIONE : la cifra viene determinata in questa data e voi avete diritto di conoscerla.  Tra la prima e la seconda fase del pignoramento possono trascorrere anche diversi mesi (tutto dipende dai tempi del singolo tribunale): durante tutto questo tempo, però  il 20% del vostro stipendio resterà comunque bloccato

ATTENZIONE:Nell’ assegnare le somme pignorate al creditore, il giudice conteggia anche le spese di procedura che, pertanto, faranno lievitare il complessivo debito e quindi ecco perchè dovete evitare tale udienza abbasserà il debito totale dovuto.

E’ utile presentarsi in tribunale oppure totalmente  inutile. Quei 20 giorni determinano tutto. 

Tutto dipende dal lavoro svolto dal vostro avvocato . Se nel ricostruire la procedura identifica anomalie si potranno  segnalare al Giudice con la possibilità di azzerare la procedura ( la più frequente anomalia è il decreto ingiuntivo notificato ad un indirizzo errato) diversamente è inutile presenziare e pagare pure ulteriori spese per il proprio avvocato. 

 

FAKE E CREDENZE POPOLARI SBAGLIATE 

ATTENZIONE :Eventuali cessioni del quinto dello stipendio, attuate a fronte di un finanziamento, non hanno alcun rilievo. Per cui il quinto pignorabile verrà  calcolato al lordo di tali importi.  Facile sarebbe, altrimenti, evitare il pignoramento dello stipendio. Questa leggenda metropolitana per difendersi è una fake a tutti gli effetti.

Invece, possono incidere precedenti pignoramenti sulla stessa busta paga. A riguardo, la legge parte da una tripartizione dei debiti:

  • debiti di natura alimentare: ad esempio, l’assegno di mantenimento dovuto ai figli o all’ex coniuge;
  • debiti di natura fiscale: ad esempio, quelli dovuti all’inps, all’Agenzia delle Entrate, all’agente per la riscossione esattoriale;
  • debiti di altra natura: ad esempio, con il condominio, con i fornitori, per risarcimenti del danno, ecc.

Ebbene, in presenza di più pignoramenti generati dalla stessa macro classe (ad esempio, due debiti per mantenimento a due ex mogli), è possibile pignorare solo un quinto per volta. Quindi, si procede a soddisfare innanzitutto il creditore che per primo ha avviato la procedura, mentre il secondo si accoda e potrà essere soddisfatto dopo che il precedente debito è stato interamente estinto.Invece, in presenza di due pignoramenti di classe diversa, è possibile il pignoramento anche di due quinti dello stipendio, purchè  non si superi mai più della metà  della  busta paga.

Opposizioni del debitore

Il debitore che abbia contestazioni da sollevare contro il pignoramento dello stipendio, può proporre ricorso  a mezzo del proprio avvocato. Questo ricorso può essere di due tipi:

  • ricorso contro gli atti dell’esecuzione: si tratta di un’impugnazione volta a contestare i vizi formali della procedura (ad es. un difetto di notifica). Va esperita entro 20 giorni dalla notifica dell’atto;
  • ricorso contro l’esecuzione: si tratta di una impugnazione volta a contestare i vizi sostanziali della procedura (ad es. l’inesistenza del debito, la prescrizione, l’avvenuto pagamento delle somme, ecc.). Non ci sono termini entro cui può essere esperita.

 

 


Volete maggiori informazioni? anche su argomenti come: COSA FARE SE ARRIVA UNA CARTELLA DELLA EX-EQUITALIA ?

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