Coronavirus, uscire di casa senza motivo: l’avvocato spiega cosa succede con il nuovo decreto e come annullare le multe tramite un giusto ricorso

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si parla di sanzioni per chi esce di casa senza un giustificato motivo. Rispetto alle norme precedenti, con il nuovo decreto legge introdotto dal Governo ci sono parecchie novità: multe più salate e nuovi reati per gli infetti che violano la quarantena. Ma cosa cambia in concreto?

Avvocato, ma cosa cambia dal punto di vista legale?

«Il Governo, agendo su diversi aspetti, ha fatto un’opera di riorganizzazione e consolidamento di un’articolata serie di regole che erano state dettate dall’inizio dell’epidemia, e che scontavano in certi casi un’inevitabile confusione. Inoltre, il decreto-legge ha innovato la disciplina da diversi punti di vista. La novità di immediato impatto pratico per i cittadini è una nuova sanzione amministrativa, che è della stessa categoria di quelle per divieto di sosta o eccesso di velocità, per chi non rispetta le disposizioni di contenimento del virus. Prima di questo decreto-legge, il fatto costituiva invece un reato, e chi lo commetteva veniva sottoposto ad un procedimento penale e, se condannato, diveniva tecnicamente un pregiudicato. Rimangono in vigore altre sanzioni penali, comunque».

Ma cosa si rischia uscendo di casa?

«Il Governo ha introdotto un nuovo illecito amministrativo, punito con il pagamento di una somma da 200 a 3.000 euro, che viene incrementata di un terzo se il fatto è commesso con l’uso di un veicolo. Si devono rispettare tutte le regole introdotte dal Governo per arginare l’epidemia. Per esempio, chi lascia il proprio domicilio senza le valide giustificazioni previste dalla legge dovrà pagare la sanzione. In caso di recidiva, cioè se si viene trovati più volte a non rispettare i divieti, l’importo viene raddoppiato. Attenzione anche a chi possiede attività commerciali e imprenditoriali, perché non osservare l’obbligo di tenere chiuso può aggiungere alla multa anche la chiusura obbligata per un periodo da 5 a 30 giorni».

In quali casi è consentito oggi uscire dal domicilio?

«In attesa di ulteriori modifiche che il Governo potrà adottare, continuano oggi a valere le regole che abbiamo imparato a conoscere. Si può uscire per motivi di salute. Anche le comprovate esigenze lavorative consentono ai cittadini di muoversi, ma vanno interpretate tenendo presenti le altre limitazioni imposte al settore produttivo. L’esigenza lavorativa deve essere oggettiva e documentabile, con l’esclusione degli adempimenti rinviabili o che si possono gestire senza allontanarsi da casa. Infine, si può lasciare il proprio domicilio in situazioni di necessità. È questo lo strumento che permette di soddisfare esigenze basilari, ma non è semplice stabilire cosa è autorizzato e cosa no. Per le nostre leggi, infatti, lo “stato di necessità” riguarda situazioni critiche, di «pericolo attuale di un danno grave alla persona». Casi che non giustificherebbero la possibilità di andare dal tabaccaio a comprare le sigarette, o di esercitare attività fisica all’aperto».

Allora perché queste attività sono ancora consentite?

Per tornare al fumo di sigaretta, non se ne vede l’aggancio ad un valore fondante del nostro ordinamento, anzi è un’attività pericolosa per la salute. Ora è strano perchè mentre viene proibita anche la passeggiata a tutti i cittadini e quindi il Governo ci cura ed accudisce per non  rimanere contagianti dal COVID 19 come mai non ci protegge dai morti per tabagismo ?  Anzi, apre le tabaccherie per garantirne le vendite ?

MA ALLORA NON E’ CHE L’EPIDEMIA E’ TALE PERCHE’ HA MESSO A NUDO I TAGLI ALLA SANITA’? 

Il fumo in Italia è tra le principali causa di morte: dai 70.000 agli 83.000 decessi l’anno e oltre il 25% di questi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Lo afferma il ministero della Salute, che ha presentato oggi una nuova campagna contro le sigarette intitolata: “Ma che sei scemo”.  

POSSIBILE CHE 83 MILA MORTI NON SIANO

MOTIVO PER MISURE SANITARIE ? 

 

Ma è possibile spostarsi da un Comune all’altro?

«In via generale no. Il decreto prevede la possibilità di adottare specifici provvedimenti di divieto di ingresso o di uscita da territori comunali, regionali, o l’intero Paese, con la chiusura delle frontiere. Si può andare in un altro Comune nei casi che abbiamo descritto: per acquistare generi alimentari o raggiungere un medico che si trova in un Comune vicino. Lo spostamento è autorizzato anche in caso di assoluta urgenza. Legalmente, non è molto chiaro: il termine “urgente” sembra qui piuttosto significare “ineluttabile”, situazioni in cui per la persona non ci siano alternative rispetto a quella di abbandonare il Comune di domicilio. Per esempio se l’eventuale perdita del lavoro abbia comportato il venir meno anche dell’alloggio, o di alternative possibilità di sostentamento».

E se un soggetto in quarantena, uscendo, infettasse altre persone?

«Il nuovo reato di “violazione della quarantena” scatta per il semplice fatto che si esce di casa, anche se l’untore non infetta nessuno. Se invece il contagio si diffonde a causa sua, scatta la punizione per altri reati, anche gravi. Si va dalle lesioni personali, dolose o colpose, fino, teoricamente, all’omicidio. I dati clinici indicano infatti che la malattia da Covid-19 può anche mettere in pericolo la vita della vittima, o durare più di quaranta giorni. Non si può purtroppo escludere neanche la morte del contagiato».

Dichiarare il falso nel modulo di autodichiarazione è un reato?

«Sì, ma solo in certi casi, anche se l’atteggiamento dell’Autorità sarà giustamente molto rigoroso. In via generale, è punito penalmente chi dichiari o attesti falsamente «l’identità, lo stato o altre qualità personali». Quindi può scattare la sanzione penale solamente se si mente su questi argomenti. Per esempio dichiarando falsamente di svolgere una determinata attività lavorativa, come quella di medico o di magistrato, per legittimare lo spostamento da un luogo ad un altro. Oppure dichiarando, sempre falsamente, di essere affetti da patologie che richiedono frequenti controlli sanitari. Se invece la dichiarazione non veritiera non riguardi la sfera dell’identità, dello stato, né di altre qualità personali, la sanzione penale potrebbe essere dubbia. Per esempio nel caso in cui un soggetto dichiari falsamente che lo spostamento sia dettato dalla necessità di portare dei medicinali urgenti presso l’abitazione del proprio partner, mentre invece lo scopo è solamente quello di andarlo a trovare».

Ecco come contestare la multa

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