Spy-software sul cellulare del coniuge: è reato

Immaginate di avere il cellulare sotto controllo. E controllare il telefono altrui è veramente facile ma per la sicurezza di tutti evitiamo di condividere in rete tali sistemi davvero troppo facili.

Cosa succede se vi accorgete che sul vostro telefono è  installato una spia, un software in grado di rivelare a chi telefonate, con chi chattate, cosa fate, dove andate etc etc ?

Ebbene, una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che un marito che aveva installato uno spy-software sul dispositivo della moglie per procurarsi le prove del suo tradimento ha commesso un reato.Evidentemente l’uomo voleva solamente far valere i suoi diritti in tribunale e non corrispondere alla donna infedele l’assegno di mantenimento. Infatti, a seguito di una denuncia stato processato e condannato.

I reati commessi? l’impossessamento.  Ovviamente  dipende dalle modalità con cui si agisce. Difatti, se tale gesto viene fatto con violenza, strappandolo di mano al legittimo proprietario, si commette il reato di rapina. Viceversa, se il cellulare viene lasciato in un posto qualsiasi, accessibile al partner (come ad esempio il tavolo della cucina) non si compie alcun illecito.

Ma spiare il cellulare del partner  deve considerarsi reato. E ciò perché nessuna legge consente di controllare di nascosto il comportamento altrui, neanche se si tratta del marito o della moglie. Tant’è vero che, in materia di intercettazioni, se pur è possibile registrare una conversazione tra presenti, non si può invece lasciare un registratore acceso e andare via di casa. Installare un software spia nello smartphone altrui, chiunque questi sia, costituisce un illecito penale e, in particolare, il reato di interferenze illecite nella vita privata altrui  Si va in carcere e la condanna può durare da 6 mesi a 4 anni.

Ma se il cellulare è già aperto posso guardarlo?

Rischiate grosso se spiate  la chat della moglie, anche se il profilo in quel momento è aperto e poi le conversazioni vengono prodotte nel giudizio per la separazione personale. Secondo la Cassazione, chi spia il cellulare altrui commette sempre reato, anche se questo è “sprotetto”. Non conta eventualmente che la password del profilo sia già registrata per evitare di inserirla a ogni accesso: l’accesso abusivo si configura anche quando chi entra nel sistema conosce le credenziali, perché gliele ha comunicate il titolare, ma poi ne fa un uso che va oltre l’autorizzazione ricevuta.

 


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